27 mar 2007

spedizione a "El Mirador" (I parte)

"Erano ormai anni che el Pimpi ne aveva sentito parlare e i suoi misteri lo avevano affascinato tanto che spesso si perdeva a fantasticare e ad immaginarsi in mezzo a quelle incredibili rovine immerse nella foresta piu' fitta.
"El Mirador" costituisce oggi la citta' Maya piu' grande del MesoAmerica.
Le sue rovine sono state scoperte soltanto negli anni '70, quando alcuni "chicleros" inoltrati nella selva del Peten per cercare la famosa gomma, linfa dei grandi alberi del chicle, furono sorpresi da un puma che li mise in fuga disperdendoli in distinte direzioni.
Dopo alcune settimane uno di questi fu di ritorno a Carmelita completamente inpazzito.
Quasi morto di sete e completamente affamato il chiclero balbettava, con occhi persi nel vuoto, parlando di un'incredibile scoperta.
Laggiu' nella giungla piu scura aveva trovato qualcosa di inimagginabile: le rovine di una misteriosa citta' di proporzioni mai conosciute prima. Completamente ricoperta dalla vegetazione, la citta' faceva spazio a una grande piazza in cui si poteva scorgere una piramide altissima dalla cui cima si poteva vedere a distanza di chilometri e chilometri.
Alcuni anni dopo usci', sorprendendo tutti, una pubblicazione della National Geographic che riportava un articolo della sensazionale scoperta, forse la piu' grande scoperta in campo archeologico di tutti i tempi: il ritrovamento delle rovine del Mirador.
Sono molte le rovine Maya ancora nascoste nella selva del Peten ma il Mirador e' unico, si parla della citta' Maya piu' antica in assoluto, probabilmente la prima ad essere stata costruita e incredibilmente anche la piu' grande di tutte, forse la capitale della civilta' Maya.
Laggiu', sepolta nella selva, non si trova solo una citta' abbandonata da secoli ma probabilmente anche il grande mistero dei Maya. Essendo le piu' antiche e grandi rovine Maya forse il loro studio potrebbero portare a interessanti scoperte su questa misteriosa civilta' .
Nonostante tutto, dopo la pubblicazione della NG, el Mirador torno' a nascondersi nell' ombra della foresta e per anni, quasi che nessuno se la ricordasse, non se ne parlo' piu'.
Agli inizi del nuovo millenio un archeologo statunitense torno' ad interessarsi della citta' perduta e furono organizzati alcuni scavi. Le impraticabili condizioni metereologiche durante la stagione delle piogge, la grande distanza da un centro abitato e le dimensioni immense di questo sito hanno fatto si' che ancora El Mirador sia rimasto completamente inesplorato e solo una milionesima parte delle sue rovine e' stata riportata alla luce durante gli sporadici scavi.
El Pimpi ora stava viaggiando attraverso le terre del Guatemala e proprio li' si ricordo' di quanto aveva letto anni prima. Durante un volontariato nella selva incontro' Berna, un tizio guatemalteco sulla trentina, che lavorava per il ripristino ambientale dell'area. Berna conosceva molto bene la foresta e in una di quelle notti a lume di candela di fronte ad alcune cervezas gli venne in mente di entrare nell'argomento del Mirador. Berna conosceva da diversi anni quelle rovine, e in un paio di occasioni gli era pure capitato di attraversarle in una delle sue campagne. Come per incanto el Pimpi si era risvegliato, ora il suo interesse era completamente rivolto ai misteri di quell'incredibile citta' nascosta.
La conversazione segui' per ore e visto che l'insaziabile voglia di conoscere del Pimpi non aveva limiti, Berna si propose di accompagnarlo fin laggiu' per un modico prezzo, a patto che lui si interessasse di tutti i dettagli della spedizione per poter raggiungere le remote rovine.
El Pimpi non poteva credere alle proprie orecchie, Berna si stava offrendo di fargli da guida in un incredibile avventura: quella che lui sempre aveva sognato!
Il giorno seguente el Pimpi comincio', durante le pause di lavoro, a pianificare rigorosamente tutto.
Bisognava arrivare a Carmelita e fermarsi la prima notte la', da li' sarebbe poi partita l'avventura: un percorso di 60 km dentro la giungla, circa 5-6 giorni di cammino fra andata e ritorno.
Bisognava pensare al cibo e all'acqua, alle tende e sacchi pelo, a tutto l'indispensabile per l'accampamento e ad almeno 2 muli per trasportare il tutto attraverso l'accidentato percorso.
Non era facile ma nemmeno impossibile visto che el Pimpi aveva organizzato diversi accampamenti negli anni passati nelle pietrose terre de El Parareit.
Al centro di volontariato el Pimpi aveva anche conosciuto un ragazzo di nome Thaijs, un giovane olandese in viaggio attraverso Messico e Guatemala. Anche Thaijs era da tempo che si era interessato a questa affascinante leggenda del Mirador e la proposta di un'avventura nella selva lo alettava molto.
Ad ogni modo el Pimpi sapeva bene che era meglio non illudersi troppo delle facili promesse dei guatemaltechi... e la delusione arrivo' presto.
Berna, da un giorno all'altro', comunico' al Pimpi che non poteva mollare il lavoro cosi' su due piedi e che quindi, almeno per quel momento, della spedizione non se ne poteva fare niente.
El Pimpi si vide crollare il mondo addosso in un istante... un sogno spento sul nascere.
Ma non si dette per vinto. Comincio' quindi a chiedere in ogni luogo informazioni per una possibile spedizione verso il cuore della selva del Peten, e cosi', al ritorno dal volontariato scopri' che ce n'era una che aveva buone probabilita' di partire casualmente proprio in quei giorni, era necessario solo un buon gruppo di persone, indispensabili per coprire il caro prezzo di tale spedizione.
El Pimpi non mollo' la presa e nel giro di un giorno visito' i numerevoli alberghi della zona x cercare volonterosi avventurieri capaci di affrontare questa avventura... la pazienza diede finalmente i suoi frutti e cosi' il 14 di marzo del 2007 un gruppo di 6 persone con la loro guida parti' alla ricerca delle misteriose rovine del Mirador attraverso una delle forsete piu' grandi del centro America, la selva del Peten, nel nord del Guatemala".


Luoghi, fatti e persone potrebbero non corrispondere alla realta' ed essere puro frutto della fantasia.

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