19 feb 2007

"Il serpente Nauyaca"

Il serpente a sonagli dell'America Centrale non e' comune nelle alte foreste, pero' i Nauyacas, serpenti terrestri e arborei, abbondano. Sospesi per la coda, individuano la loro preda e l'attendono a circa 2 metri dal suolo, immobili.
I francesi del XVII secolo che si erano stanziati in Martinica, scoprirono, mortificati, questo terribile animale che chiamavano "punta di lancia".
La sua reputazione demoniaca resistette intatta: le sue differenti varieta' in America Latina sono la causa principale del decesso per "morso".
Le femmine possono generare fino a 70 piccoli che nascono gia' provvisti di un apparato velenoso perfettamente sviluppato.

Chiapas

19/02/2007 - S. Cristobal de las Casas

Scrivo nuovamente da S. Cristobal.
Mi trovo qui di passaggio in giornata come corriere.
In questi giorni sto vivendo nella comunita' di Emiliano Zapata, un piccolissimo villaggio di circa 250 abitanti, la maggior parte bambini, nel Chiapas nord-orientale, fuori da ogni tracciato delle mappe geografiche.
Per raggiungere questo paesino ho dovuto prendere un pick-up furgonato in un vicolo di Ocosingo.
Non e' servito fare troppe domande perche' l'autista gia' aveva intuito dalla faccia dove ero diretto.. e cosi' sono saltato sul "colectivo" in mezzo a sacchi, zaini, e ad altre 24 persone... mi sono cercato un posticino al lato del cassone, mi sono ritrovato un pollo sotto le gambe.. altri sono saliti sullo scheletro di ferro che copre il cassone posteriore e siamo partiti per un viaggio di 3 ore tra gli "Altos" del Chiapas, attraversando pascoli, foreste e facendo slalom tra altri colectivos intrappolati nel pantano della strada.
Al mio arrivo sono stato raggiunto da decine di occhiate che mi hanno scrutato da cima a fondo... i piu' chiedendomi in silenzio che cazzo ci facevo io li'... il colectivo e' ripartito sollevando una nube di polvere lasciandomi definitiamente solo in mezzo a persone sconosciute e, all'apparenza, poco amichevoli ... ho salutato ma nessuno ha risposto, silenzio assoluto e facce scontrose; io sono caduto nell'imbarazzo e nel panico.. Va bon! .. ho fatto finta di niente continuando a sorridere come un pimpi... Domando dov'e' la casa di Don V.
Qualcuno accenna ad alzare l'indice, cosi' seguo la direzione indicatami e cerco questo V.
A lui consegno la lettera che permette il mio ingresso alla comunita'.. tutto regolare: posso restare!
Bene.. e' gia' qualcosa!
Trovo la capanna dell'accampamento, monto la mia amaca e sistemo le mie cose.
Fortunatamente l'atmosfera cambia dopo qualche ora: i ragazzi del villaggio mi invitano a una partita a calcio... beh, gia' conosciete le mie doti calcistiche, nonostante tutto accetto ... e fu cosi' che Masoni entro' a far parte della squadra zapatista!
Dopo 90 minuti di gioco in un campo disseminato di sterco e piu' volte interrotti da invasioni di campo da parte di vacche e vitelli ruminanti la partita si conclude con un pareggio e io che mi ritrovo completamente sfinito, subito dopo i ragazzi mi sfidano ad attraversare con loro le correnti del "rio" che si trova dietro al villaggio... detto - fatto, qualcuno comincia a chiedermi come mi chiamo e cosa ci faccio li' e cosi' le distanze con gli abitanti si accorciano e comincio a entrare a far parte lentamente della comunita'... inizia il mio volontariato in Chiapas!



Sono finito in uno dei villaggi piu' poveri di questa regione messicana.
Qui tutti vivono in piccole baracche in un terreno di 50-70 mt quadrati coltivati a mais, banani, mango, papaya, caffe' e aranci.
Non c'e' elettricita', ne' acqua potabile, ne' WC... ci si lava al fiume, dove si lavano i vestiti e si rinfrescano i cavalli, si "dorme" in mezzo a zanzare, pulci, zecche, ratti e piccole tarantole.
Il cibo scarseggia ma questo non fa male perche' chiunque ha timore di entrare nella baracca adibita a WC... una montagna di escrementi su cui si radunano e banchettano mosche e vespe di giorno, scarafaggi di notte... percio' meglio usarla il meno possibile!
Le condizioni igieniche in generale e' meglio ignorarle... almeno mi preparo a creare anticorpi utili x il futuro!
Maiali, cavalli, cani, vacche e galline sono lasciati liberi di scorazzare ovunque, tanto che entrano spesso nella cucina dell'accampamento e si sbaffano gli ultimi rimasugli di cibo lasciati insorvegliati.
Gli uomini si alzano alle 4 per andare alla "finca" a lavorare mentre le donne preparano le prime tortillas per la giornata. I bimbi vanno a scuola x 3 giorni la settimana, per il resto danno una mano ai piu' grandi fin dove riescono.
Il lavoro e' duro, anche in considerazione del fatto che non esistono mezzi meccanici da poter utilizzare, avere un cavallo diventa cosi' indispensabile!
Nonostante il duro lavoro, la poverta' e la lontananza da quella che noi siamo abituati a chiamare civilta' ho visto molte piu' bocche sorridenti qua che nel resto del Messico.
I bambini si divertono a giocare a biglie o a colorare disegni del Subcomandante Marcos, il loro mito da sempre.

Ho passato un'intera settimana a leggere, nuotare al rio, pescare, tagliare legna e a preparare miseri pasti in attesa di poter smuovere e far cosi' partire uno dei progetti bloccati da tempo qui a EZ.
Decido quindi di prendere l'iniziativa e propongo di andare a cercare in citta' con qualcuno dei loro un pezzo di ricambio mancante a una macchina della "zapateria" (l'officina del calzolaio)... ma serve prima il permesso del gran consiglio, aspetto percio' il sabato, quando le autorita' si riuniscono. In questa occasione mi ricevono, mi fanno sedere e ascoltano quello che ho da proporre... una settimana in attesa paziente di un semplice si'... ed eccomi di nuovo qua a S. Cristobal con i miei 2 nuovi amici alla ricerca del misterioso pezzo mancante x la "remachadora".
Nel frattempo mi hanno anche affidato il compito di cercare di vendere la pelle di un Nauyaca, un velenosissimo serpente del Latino America che hanno cacciato durante i lavori alla finca.

Va precisato che all villaggio non sono l'unico "estraneo" alla popolazione locale, con me ci sono Jesus e Natalia, spagnolo il primo e argentina la seconda, e una coppia anglo-statunitense che si trovano la' gia' da 6 mesi. Si tratta di Liam e Zoe. Con loro riesco a far andar avanti le nottate anche dopo il calar del sole, quando tutti vanno a letto e il cielo si riempie di stelle come fosse una grotta piena di diamanti.

Domani faro' ritorno alla comunita' e mi tratterro' li' ancora per un po'.





"TORTILLAS PER TUTTE LE SALSE"


Incarnazione della benevolenza della natura per infondere vita agli uomini, in questo paese, il mais si prepara in infiniti modi: ridotto a pasta o triturata, si formano pagnotte ripiene di carne, pesce, legumi o frutta insaporite con peperoncino o spezie, avvolte nelle sue foglie e cotte al vapore durante ore in contenitori posti al suolo pieni di carboni ardenti e ricoperti di humus. In certi casi, questa pasta di mais si mangia cruda, fresca o fermentata, o si consuma disciolta in acqua con miele e cacao. In rare occasioni la massa si assaggia con il fungo allucinogeno o el "peyotl" triturato.
Dal nord al sud del Mesico le ricette del mais sono cosí numerose come lo sono le sue genti, peró di tutte, la tortilla é la piú comune, piú o meno grossa, piú o meno grande, con la quale si avvolgono tutti i contenuti possibili per poter creare i tacos, visto che cosí, la tortilla diventa un piatto che si mangia.
Bisognerebbe vedere i campesinos mangiare: con esse ci giocano con l´aiuto di un osso, triturano la carne e bevono la zuppa. Formano piccoli coni, li riempiono di alimenti liquidi o solidi che si portano alla bocca senza sporcarsi le punta delle dita. La tortilla diventa cosí una forchetta e un cucchiaio che si possono mangiare.
-L`arrivo degli europei non ha modificato per nulla qusta tecnica e i conquistatori stessi ne furono conquistati. Le ricette si moltiplicarono: si tostano, si friggono, se ne fa una pasta per la zuppa, varietá di lasagne, crocchette salate, cannelloni ripieni...
Il libro di ricette si allarga e modernizza fino a preparare piatti esotici tali come le "enchiladas svizzere", dove il pollo, privato della pelle, viene avvolto nelle tortillas e bagnato con la salsa verde del "izuatomatl" con della crema fresca in cima, ricordando vagamente questo lontano paese del latte con vallate verdi e montagne coronate di neve eterna-
Per finire, i campesinos si puliscono le labbra con l´ultimo pezzo di tortilla che, chiaramente, si mangia. La tortilla é cosí anche un tovagliolo commestibile.

11 feb 2007

" L'ambra "


L'ambra e' una resina d'albero parzialmente fossilizzata.
Generalmente proviene da pini, conifere o piante leguminose che possono risalire a circa 40 milioni di anni fa e che con il trascorrere del tempo si e'pietrificata e ha formato masse irregolari dentro agli strati di arenisca o argilla del Terziario.
Questa resina comprende pietre fossili che hanno un'eta' di circa 20-30 milioni di anni.
La flora e la fauna intrappolata dentro l'ambra puo' rivelare moltissime informazioni sulla vita di queste epoche. L'ambra "brumosa" e' particolare perche' conserva al suo interno piccole parti di atmosfera delle ere passate in quanto la "bruma" e' dovuta alle piccole bolle intrappolate nella resina.

I giacimenti di ambra si trovano distribuiti in quasi tutto il mondo. Tra questi si distinguono le famose mine della costa meridionale del Baltico la cui origine geologica si incontra nell'Eocene. Sono poi noti i giacimenti della Scozia, della Germania, di Birmania, Romania, Sicilia e Repubblica Domenicana.

L'ambra del Chiapas si trova abbondante soprattutto mella parte centrale di questa regione, principalmente nei pressi della montagna sacra di "Ajcabalna'".
La preziosa resima chiapaneca appartiene a una famiglia di materiali relativamente omogenei provenienti da una fonte paleobotanica comune.
L'ambra di "Simojovel", che da sola copre il 90% delle estrazioni di tutto il Messico, e' una pietra gialla-chiara e rossiccia mentre quella di "Totolapa" e' di un colore rosso scuro, entrambe sono uniche al mondo e per questo estremamente preziose. Questi due tipi di ambra provvengono dalla stessa fonte paleobotanica che appartiene al tardo Oligocene e al Miocene e si depositarono nelle aree limitrofe alla costa. Alcune volte e' possibile riconoscere al loro interno fossili marini o parti di lignite (una roccia di origine organica).

Nell'antica Grecia l'ambra veniva venerata nella Mitologia stessa, considerando gli insetti al suo interno come doni degli dei.

L'ambra era notissima alle popolazioni Maya, nelle cui aree di sviluppo si realizzo' un intenso commercio. Tra le mercanzie che uscivano dalle terre alte del Chiapas c'erano l'ambra come pure le pelli, il rame, le piume di "Quetzal" e la vaniglia.
L'ambra veniva distribuita grazie ai commercianti "tzotziles" e "zoques" che la trasportavano fino alle regioni di Oaxaca, Yucatan e al centro del Messico e, probabilmente, ad altre zone dell'America Centrale.
Nell'epoca preispanica questa resina preziosa veniva usata dai Maya come articolo ornamentale e buona parte di questo materiale fu lavorato per ottenerne oggetti di culto, di adorno, articoli rituali e funerari.

Attraverso la storia l'uomo ha venerato l'ambra come un materiale dalle proprieta' curative e gli ha attribuito un valore magico, religioso e addirittura medicinale.

10 feb 2007

Mapa de Mexico

San Cristobal de Las Casas


09/02/2007 - San Cristobal de Las Casas (Chiapas) - 1700 mt



San Cristobal e' come me l'aspettavo: un piccolo gioiellino incastonato tra verdi montagne.
Le strade acciotolate e tutte adorne di ghirlande salgono su per salite che conducono ad antiche chiese variopinte.
Il nome deriva da quello di frate Bartolome' de Las Casas, uno dei primi frati entrati nella Selva Lacandona del Chiapas e soprattutto colui si e' battuto strenuamente x i diritti delle popolazioni indigene di questa terra.
S. Cristobal e' anche nota per la popolare occupazione dell' esercito Zapatista (EZLN) nel gennaio del 1994 a seguito del Sub Comandante Marcos e di migliaia di campesinos, indios e "senza terra" incapucciati con un passamontagna nero.
Da allora ne sono successe tante di cose e la citta' e' cambiata nel corso di pochi anni acquistando anche un nuovo fascino "alternativo".
Giocolieri di strada, freakettoni e artigiani hippies di tutto il mondo vengono qui ,di passaggio o per stabilirsi, per racimolare qualche Peso e nel frattempo godersi la bella atmosfera.
Le "posadas", "hostales" o alberghi economici occupano tutte le strade del centro e la citta' e' ormai diventata tappa obbligatoria per visitare il Chiapas, lo Yucatan, l'intero Messico o il Guatemala x poi scendere piu' a sud verso i paradisi piu' caldi del Centro America.
Il mercato e' incredibile: banconi che esibiscono montagne di arancie, frutta e peperoncini di ogni forma e colore. Entrarci e' uno schock: ogni bancarella pone due casse potentissime a tutto volume a suon di mariachi, salsa, merenghe, reggaetton che si mescolano , confondono e sovrappongono a ogni passo.. creando quasi un nuovo ritmo nato dalla "mezcla" di questi musiche latine.

Ai tempi S. Cristobal era soprannominata anche "Villaviciosa" per l'enorme oppressione e sfruttamento che i coloni esercitavano su questa cittadina e la sua gente.
Il Chiapas, infatti, e' da sempre stato un luogo richissimo di risorse... e chissa' come mai... piu' un paese e ricco di materie prime e risorse di vario genere, piu' la sua gente muore di fame!!!!!!!!!
S. Cristobal e' rinomata per le sue vicine miniere di ambra che vengono scavate da migliaia di anni in cerca di questa preziosa resina cristalizzata durante il trascorrere dei secoli.
All'interno delle pietre spesso e volentieri sono intrappolati insetti di vario tipo.. "volentieri" perche' se c'e' l'insetto la pietra e' piu' ricercata e il prezzo aumenta... poi dipende anche dal tipo di insetto, se il "bicho" racchiuso nella resina si e' ormai istinto da tempo allora il prezzo sale alle stelle.
La vera particolarita' dell'ambra di S. Cristobal e' che qui ne esiste una qualita' unica al mondo, rarissima e preziosissima: "el ambar rojo" (l'ambra rossa)... unica nel suo genere, nel suo colore e nelle sue venature, non si puo' trovare in altre parti del mondo!
Cosi' ho deciso di interessarmi un po' a questa resina che mi ha ormai incantato e attratto tanto da farmi venire la "febbre dell'ambra"!
Girando un po' x i negozzi e le gioiellerie ho scoperto come riconoscere i falsi, il peso, il profumo, distinguerne il valore e via dicendo... chissa', forse diventero' un "trafficante" di Ambra.
Nella visita alla citta' sono andato su e giu' per i vicoli a salutare vecchi amici di Peolo e Annalisa e ho approfittato di comprare tutte le cose necessarie x il futuro ingresso nella giungla: zanzariera, pomate naturali, unguenti degli indios, erbe contro lo "squaraus" e simili, candele, corde, ecc...
Sono anche riuscito a scambiare qualche libro con qualche testo di archeologia, almeno non aumento il peso gia' eccessivo degli zaini!
Sta notte parto prendendo un "colectivo" x salire più a nord...

9 feb 2007

The Pacific Coast










07/02/2007 - Mazunte - 0 mt


Mi trovo a Mazunte, a pochi km dall'ormai affollato Puerto Escondido, sulla
costa del Pacifico.

Questo e' un vero paradiso terrestre!

Quasi, quasi mi fermavo qui a viverci!

Mazunte e' un villaggio di pescatori che si trova su una piccola baia
protetta dalle gigantesche onde che si infrangono, per il piacere dei
surfisti, sul resto delle spiagge qui attorno.
Tra tutti i paradisi terrestri della costa pacifica del Messico Mazunte e'
la migliore spiaggia in assoluto!
Mazunte prende il nome da un grosso granchio blu dalle chele asimetriche che
un tempo viveva qua, ma che ora, a causa della sua succulenta carne, si e'
ormai estinto.
Il villaggio e' un distesa di palme che circondano la spiaggia punteggiata
da alcune "cabañans" che fanno da ristorantini, bar o improvvisati alberghi
che propongono un'amaca o un letto con zanzariera proprio di fronte al mare.
Qui fa caldo e si sta da dio.. perfino l'acqua ha la temperatura perfetta
per il bagno e le alte onde non danno fastidio, anzi sono molto piacevoli.
Dormendo di fronte al mare e' impossibile non svegliarsi con l'alba, che qui
e' qualcosa di incredibile.
Qui mi sono dato appuntamento con Alejandra e con Manuela ed Elisa, le 2 italiane che avevo incontrato a Real.
Assieme a loro ho visitato anche le altre spiagge qui a lato: S.
Agostinillo, Zipolite, Puerto Angel, ecc.. altrattanto belle ma difficili x
farci il bagno.
Abbiamo alloggiato nella "Posada del Arquitecto", sopra un piccolo
promontorio che sovrasta la spiagga da cui si gode di una vista magnifica
direttamente dalle amache affacciate sulla baia.
Qui vicino c'e' Punta Cometa, un lembo di roccia dal quale si puo' ammirare
contemporaneamente il calar del sole e il sorgere della luna. Punta Cometa
termina in una pozza alimentata dall'acqua del mare piena di pesci colorati
dove e' possibile fare il bagno lontani da ogni forma di turismo...
incredibile!
E cosi'.. tra decine di bagni, colazioni a base di insalate di frutta
tropicale, cene di pesce fresco e bellissimi tramonti sono volati 4 giorni
incredibili dove regnava la pace assoluta.
Oggi mi sono caricato a fatica su un pick-up tendato che mi ha allontanato
dagli amici al calar del sole.
Ho salutato cosi' definitivamente Alejandra, Manu ed Elisa e mi sono diretto, attraverso
una strada polverosa circondata da grande palme in direzione di San
Cristobal de las Casas, nello stato del Chiapas, lo stato piu' meridionale
del Messico.
Dovendo inoltrarmi nella "Selva Lacandona" in mezzo ai villaggetti del
Chiapas sara' un po' piu' difficile trovare un qualche collegamento con il
mondo esterno.. credo dovro' quindi sospendere temporaneamente le
comunicazioni.

Un abbraccio a tutti.

.. andando su' e giu' per il Messico



31/01/2007 - Oaxaca - 1550 mt

Buon giorno a tutti, mi sento in ottima forma!
Nelle ultime settimane ne sono successe un sacco di cose e una sola mail nonsara' mai sufficiente a raccontarle tutte... ma andiamo con ordine -cerchero' di essere il piu' breve possibile -Dopo un breve ritorno alla capitale dal deserto messicano ho salutatodefinitivamente Citta' del Messico con la "despedida" dal Dott. Maccioni edi altri amici.
Dal centro del paese mi sono mosso verso est, allo stato di Veracruz,visitando le remote rovine del Tajin e una spiaggetta nascosta del Golfo delMessico, Villa Rica.. un villaggio di pescatori di fronte al mare e con allespalle alcuni monti sui cui sono presenti rovine minori della civilta'veracruzana.Il tempo non era il massimo, cosi' tornato sulla strada principale hocaricato i bagali sul primo bus che passava di la' diretto a Jalapa, unacitta' in mezzo ai colli al centro di questo stato e casualmente la mia metaprescelta. Se sulla calda costa del Golfo il tempo non era dei migliori aJalapa era pessimo e gia' aveva cominciato a piovigginare e a scurirsi..cosi' mi sono fiondado nel "Museo de Historia y Antropologia", uno deimigliori delle Americhe.Qui sono racchiusi immensi tesori di giada provenienti dalle rovine si "LaVenta", "S. Lorenzo", "El Tajin", ecc.. Fiore all'occhiello di questo museosono le 7 delle 9 giganti teste olmeche ritrovate negli scavi effettuati in un'area che comprende lo stato del Messico (Veracruz, Chiapas, Tabasco eYucatan), Guatemala e Honduras. Dopo Jalapa la meta successiva e' stata Oaxaca dove gia' dal primo mattino splendeva un sole incredibile... il che e' bastato a convincermi a fermarmi alcuni giorni.Oaxaca e' molto graziosa, una stupenda citta' coloniale immersa tra piazze all'ombra di alberi giganti, caffe' sotto ai portici, negozi e librerie molto interessanti, mercati affollati di vecchie signore che cercano divenderti Mezcal prodotto localmente e "Chapulines" (cavallette cotte e condite con sale e succo di lime) e gruppi che suonano "marimbas" a ogni angolo.
Oaxaca si trova al centro di una valle dove sono distribuiti diversivillaggi che propongono mercati di artigianato e al centro della quale sitrova un'enorme collina su cui dominano le rovine di Monte Alban, dellacivilta' Tepozteca. Al termine della "Valle Central" si trova Hierve elAgua, un luogo incredibile.... sara' difficile riuscire a descriverlo:beh... immaginatevi una sorgente di acqua sulfurea che sbocca a lato di unprecipizio in cima alla parete di una montagna. Nel corso dei secoli questafonte a sgorgato un fiume di acqua ricca di minerali che cadendo in diversipunti dalla parete si e' cristalizzata formando una cascata minerale solida,una specie di colata bianca in caduta libera verso i cactus del deserto sottostante.
La sorgente ha poi formato alcune pozze d'acqua di strani colori cheterminano proprio al limite del burrone.L'effetto e' quello di una sconvolgente piscina naturale che si affaccia suun paesaggio desertico con le montagne giusto di fronte alla pozza...sguazzandoci dentro sembra di essere in una jacuzzi progettata da unarchitetto scapestarto che vuole far colpo sui suoi invitati, ma il tutto e'stato invece minuzziosamente pensato da Madre Natura (la "Pacha Mama").Ora aggiungete un bagno di fronte a tale spettacolo in compagnia di 2 belle ragazze con cui avete fatto da poco amicizia e si rischia di credere di essere finiti davvero in Paradiso... magnifico!
A Oaxaca ho incontrato all'ostello una coppia italo-spagnola in viaggio verso il Centro America. Sembra che da questo ostello siano passati molti viaggiatori solitari che hanno percorso migliaia di km.
Ce n'e' uno che a percorso le Americhe in bicicletta, si e' beccato la malaria ed e' rimasto in attesa del medicinale provenienti dagli USA x 15giorni in preda ai sudori... dopo essersi ripreso e' ripartito a pedaleverso nord!
Un'altro e' partito con super apparati tecnologici e alla fineha lasciato tutti i suoi computer e marchingegni chiusi in una di questestanze anticipando che in un anno sarebbe tornato a riprenderseli.... la suaattrezzatura lo sta tutt'ora aspettando impolverata al piano di sopra.

Bene.. la prossima destinazione e' la costa del Pacifico.

El Pueblo Fantasma


29/01/2007 - Real de Catorce - 2.800 mt

Real de Catorce e' un luogo veramente suggestivo e credo meriti di essere descritto con le stesse parole che mi hanno spinto a salire fin qui su' al nord, nel deserto del Messico, quelle che appartengono a Pino Cacucci nel "La polvere del Messico":
"La vegetazione e' una distesa brulla di cespugli spinosi punteggiata da lunghi tronchi contorti con dei ciuffi aguzzi sulla sommita', alberi che qui chiamano "palma del deserto". Piu' in alto cominciano i tornanti, e l'altopiano si allontana sul fondo degli strapiombi. Finalmente, dietro l'ultima curva, si spalanca davanti il budello nero dell'Ogario, il tunnel di 2 km e mezzo che immette nella citta' fantasma. Un tipo si avvicina... fa segno di avanzare verso l'imboccatura della galleria. Fino a una certa ora lui sta qui ad avvertire i rari viaggiatori se dall'altra parte qualcuno si e' avventurato in senso contrario. Una specie di telefono lo tiene in contatto col collega oltre la montagna. Quando se ne va a casa, infilarsi nell'Ogarrio comporta il rischio di fronteggiare un altro malcapitato per decidere a chi tocchi la retromarcia. All'inizio, la galleria ha una forma regolare come quella di una linea ferroviaria, ma piu' avanti si restringe e diventa una caverna, con le pareti scolpite a picconate. Quando ci si riaffaccia alla luce , e' come se si fosse spenta la macchina del tempo: resta solo il vento tra i veicoli , le pietre, attraverso le finestre e le porte senza battenti, che si insinua nelle rovine e consuma ogni giorno un centimetro di citta' disabitata. Real de Catorce e' morta dopo 50 anni di ricchezza, che l'avevano resa leggenda quando era ancora uno dei centri minari piu' conosciuti del paese. Qui gli Spagnoli hanno estratto quantita' di argento da rallentare il viaggio di innumerevoli bastimenti. Chiusa in una fortezza naturale di montagne grigie, sopravvive silenziosa nelle poche anime che si stringono nella parte piu' vicina all'uscita del tunnel" ... "Oggi restano aperte 2 sole miniere, anche se molti continuano a giurare sulla presenza di vene mai scoperte" ... "Nessuno sa dire quando e perche' Real de Catorce fu abbandonata dalla civilta'. Persino il nome rimane un mistero su cui le leggende hanno tessuto innumerevoli ipotesi. Real dei "Quattordici" perche'14 erano i soldati del re che giunsero qui x primi, ma anche perche' 14 sarebbero i soldati uccisi da altrettante frecce degli indios... ma 14 erano pure i tesori che le truppe di Pancho Villa avrebbero nascosto nelle cavita' qua attorno. Infine 14 giorni dura il "viaggio" col peyote degli indios Huicholes"... "gli Huicholes attendono la fine della stagione delle piogge che conclude il ciclo vitale del mais, e all'inizio della "temporada seca" convergono dagli stati di Jalisco, Nayarit e Zacatecas verso il cuore della Sierra Madre nordoccidentale, in un pelligrinaggio a piedi che puo' significare anche 2 mesi di marcia. Raggiunta la montagna sacra, i Huicholes si mettono alla ricerca del peyote che cresce soltanto ai piedi della pianta "gobernadora", detta cosi' prorio per la protezione che le sue radici offrono ai minuscoli cactus carnosi" ... "Il rito del peyote e'ancora una realta', e gli Huicholes sono tra i pochi del continente americano a conservare intatte le tradizioni antecedenti alla Conquista. Persino la parte di loro che si e' convertita al cattolicesimo venera un santo patrono che si chiama Santo Ñino del Peyote, il cui spirito benigno aleggia sulle montagne che circondano Real de Catorce"....
Io ci sono arrivato di notte con un intrepido taxi che si e' offerto di portarmi fin qua su' per farmi risparmiare tempo. Grazie a questa "mossa" l'indomani ho stretto nuove amicizie con le quali ho trascorso buona parte della mia permanenza al villaggio. Parlo di Manuela ed Elisa, due simpaticissime ragazze italiane con le quali ho stretto amicizia fin dal primo sguardo. Real de Catorce ricorda veramente i tempi del FAR WEST, impossibile resistergli!!! Il deserto che lo circonda e' altrattanto interessante... un luogo in cui non esiste il benche' minimo rumore... il silenzio assoluto!!!!
Dopo qualche giorno ho saluto i nuovi amici x tornare al DF a recuperare le mie cose, ma spero di rincontrarli presto, probabilmente molto presto: ci siamo dati un ipotetico appuntamento nei dintorni di Puerto Escondido...vediamo dove mi porta il vento!


> MUSICA

Affinche'l'atmosfera messicana possa esplodere durante la consultazione del blog puoi accedere direttamente a questa traccia con un semplice click qui sotto:


http://www.archive.org/details/llorona_858

4 feb 2007

Huehuecoyotl ecovillage









18/01/2007 - Tepotzlan

Sono a Tepotzlan, un paesino a poco piu' di un'ora di distanza dalla capitale. Qui, dopo aver aspettato un pochino, sono salito su un microbus che si e' arrampicato su per una stradina tortuosa. La meta e' Huehuecoyotl, un ecovillaggio fondato ai piedi di queste magnifiche montagne da una comunita' di stranieri. Il micro mi ha lasciato sulla strada e da li' ho percorso a piedi una stradina sterrata in mezzo a sterpaglie secche. Il paesaggio che si presenta e' veramente suggestivo: colate di roccia rossiccia che formano le pareti delle montagne, simili ai "piruli" che si fanno in spiaggia con l'acqua e la sabbia, ricoperte alle sommita' da boschi verdi. Dalle pareti spuntano ogni tanto piante simili a cactus. Huehuecoyotl si trova proprio ai piedi di queste incredibili formazioni rocciose, con le case distribuite su diversi gradoni in mezzo al bosco. Non sono nella foresta tropicale ma c'e' gia' qualche elemento che ne richiama l'atmosfera: alberi ricoperti di piante epifite, felci, muschi e tanti colibri' che ronzano attorno ai fiori profumati degli alberi.


Dietro alla casa comune scende una parete verticale sulla quale si e' sviluppato un albero immenso con delle radici gigantesche e intricate che si sono trascinate fino a terra creando uno spettacolo naturale incredibile. Questo luogo e' ricco di energia ed e' per questo che qui e' stato fondato Huehuecoyotl! La leggenda vuole che il dio serpente piumato "Quetzacoatl" sia nato proprio tra queste montagne. Sotto al grande albero gli abitanti dell'ecovillaggio ogni tanto celebrano antichi riti tradizionali. Che questo sia un luogo ricco di flussi energetici si fa presto a capirlo: nelle strade di Tepotzlan compaiono insegne di fitoterapisti, di joga e di meditazione, di botteghe completamente biologiche, di strani massaggi "new age", di pietre e piante curative, ecc...
Tepotzlan e' un piacevole paesino, esattamente come mi sono sempre immaginato il tipico villaggio messicano: strette strade di ciottoli che scendono pendenti giu' per le colline, ghirlande che le ornano a testimoniare l'eterna "fiesta", una vecchia chiesa decadente, uomini con il sombrero che consumano "cerveza", tequila e tecos ai marciapiedi della strada principale, donne che preparano calde "tortillas" e ogni sorta di pietanza che libera nell'aria intensi profumi di mais cotto e fritture x ogni gusto. L'ecovillaggio, qualche centinaio di metri piu' in alto di Tepotzlan, e' decisamente piu' tranquillo, qui tutto segue i ritmi della natura. Quando sono arrivato a Huehuecoyotl si stava svolgendo un corso per studenti americani. Questo sito, infatti, ospita 2 volte l'anno giovani stranieri x seguire dei corsi di Permacolutra, Bioedilizia, Risoluzione dei conflitti, ecc... Al mio arrivo i 13 ragazzi mi hanno subito accolto con una partita a pallavolo.

Alcuni di loro non sembravano troppo entusiasti della vita di campagna, probabilmente era la prima volta che facevano i bisogni con il culo all'aria, altri invece erano talmente affascinati che avevano gia' pianificato una visita a Findhorn, in Scozia, o ad Auroville, l'ecovillaggio indiano piu' grande al mondo.
E pensare che tutti questi nomi, compreso Huehuecoyotl, gli ho scoperti esattamente un anno fa in Irlanda, mentre stavo preparando la tesi di laurea... tutto cio' fa il suo effetto! Una serie di casualita' o circostanze che si sviluppano nel tempo in modo concatenato. Purtroppo, a causa della presenza dei 13 "gringos", non si e' potuto trovare spazio x me nell'ecovillaggio, cosi' Kathy, una delle fondatrici, mi ha rimediato una sistemazione in una "granja" qui vicino, una sorta di fattoria ecologica che imita in piccolo l'ecovillaggio... e cosi', mentre io do una mano di qua e di la' ricevo ospitalita' per un po' di giorni.