5 mar 2007

"Saccheggi nella selva del Peten"

Sul litorale caribeño di Quintana Roo (penisola dello Yucatan), lungo la strada che corre da Escarcega verso Chetumal, al confine con il Guatemala, alcuni uomini tagliano il legno prezioso che viaggia verso le imbarcazioni mercantili dirette verso gli Stati Uniti.
Quando si approssimano le pioggie in queste regioni senza stagioni intermedie, centinaia di uomini, donne e bambini venuti da tutta la regione si riuniscono a Carrillo Puerto, Leona Vicario o Valladolid.
Al primo acquazzone, penetrano a piccoli gruppi nella immensa foresta. Una volta stabilito un centro di azione e l'accampamento, partono a gruppi di 4 o 5 alla ricerca del "Chicozapote". Secondo un'immutabile tradizione, costruiscono a loro volta, ad alcune ore di cammino dall'accampamento principale, un rifugio vicino a una zona dove crescono i grandi alberi: il "chicozapote", il "sak-ya'" dei Maya che fiorisce da marzo a luglio e alimenta gli uccelli con il suo succulento frutto. Pero' gli avventurieri della selva stanno li' per il cauciu'. Il tronco e i rami di questo albero dal legno duro sono irrorati da un lattice, il "chicle", utilizzato dal secolo scorso per la fabbricazione della gomma "inventata" dall'americano Adams e dal dittatore Santa Anna.
I "chicleros" lavorano instancabilmente per i 7 mesi della loro campagna annuale nella giungla, alimentandosi di tortillas, frijoles, arroz e la carne, prodotto della loro caccia. Prima del sorgere del sole scovano il primo albero per inciderlo, quindi effettuano un primo taglio alla base del tronco, nella corteccia, un secondo taglio diagonale, in seguito effettunao un'altro perpendicolare al primo.
Nel punto di unione effettuano un'altra incisione verticale ai piedi della quale apoggiano il bordo di un sacco di grandi dimensioni che ricevera' il lattice.
Il "chiclero" e' prudente nel non chiudere mai il circolo di incisioni attorno al tronco, poiche' l'albeo morirebbe. Il "zapote" cicatrizzera' naturalmente, a ritmo di crescita, le sue ferite e alcuni anni piu' tardi potra' essere inciso nuovamente.
Per la sera, mentre le tortillas e i fagioli si cuociono nella pentola, il "raccolto" di cauciu' si cuoce contemporaneamente in una padella di rame. Gonfiato x la cottura il "chicle" si ripone in contenitori di legno dove si vanno a formare pesanti "mattoni". Trasportati da muli verso l'acampamento principale partono in seguito verso i porti di Chetumal e di Cozumel, prima di imbarcarsi per gli stati Uniti.
Spesso accade che questi uomini vengano reclutati da esperti saccheggiatori delle tombe maya, veri e propri pirati della selva. Grazie alla loro conoscenza della foresta, i "chicleros" si spingono fino alle rovine di antiche citta' inesplorate, completamente ricoperte dalla fitta vegetazione e a questi luoghi conducono gli abili saccheggiatori dove stabiliscono il loro accampamento. Durante alcuni mesi i predatori di tombe, spesso ricercatori scientifici corrotti o mercenari di guerra nordamericani, depredano i palazzi maya di ogni loro ricchezza, pezzi unici che farebbero gola ai piu' grandi musei di archeologia del mondo. Saccheggiate le ricchezze piu' prezziose, smontano l'accampamento, pagano i fedeli "chicleros", eliminano ogni traccia e si mettono in cammino verso il Rio San Pedro (Guatemala) da dove inviano il prezzioso cario verso il Belize. In questo modo il patrimonio archeologico messicano e guatemalteco va ad arricchire invisibili collezioni statunitensi, canadesi e giapponesi.
I collezionisti sono disposti a tutto per possedere tali meraviglie che colmerebbero per un breve periodo il loro insaziabile appetito. Commercianti, galleristi, esperti d'arte e con frequenza perfino banchieri specializzati dipendono dalla pazzia che tocca i collezionisti durante le vendite, aste e loschi scambi di pezzi sempre piu' rari.
Alla fine della stagione e della loro campagna i "chicleros" si precipitano verso le citta': si devono recuperare in alcuni giorni i 7 mesi di vita persi nella selva... e li' l'eterna storia si ripete: si ubriacano fino a cadere. Approfittano per un momento dei piaceri della carne con alcune voraci prostitute che li aiutano a sperperare le loro misere fortune in assurde scommesse, partite di domino e in combattimenti dei galli. Esaurite le ultime riserve questi disperati pensano solo a ritornare alla selva, questa selva a cui appartengno, dove si sentono a proprio agio.

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