9 mar 2007

La prima "Frontera"















08/03/2007 - Flores (Guatemala) - 110 mt

Come si puo' ben intendere ho da poco varcato il primo confine: ora sono in Guatemala!
Ed ecco il resoconto degli ultimi avvenimenti in pillole:

VOLONTARIATO IN CHIAPAS
I giorni di volontariato a EZ sono volati in un baleno.
Fotunatamente sono riuscito a far ripartire i due progetti che si erano bloccati nella comunita': la zapateria e l'orto biologico ora dovrebbero avere gli strumenti sufficienti per poter essere gestiti direttamente dai "campesinos".
Negli ultimi giorni Liam e Zoe, gli altri due campamentisti, mi hanno anche proposto di aiutarli nel loro compito di istruttori nel progetto educativo e cosi' Masoni si e' improvvisato insegnate, concentrando le lezioni sui cicli della natura e sull'importanza di non alterarli artificialmente. Gli alunni, gia' scarsi perche' la maggiorparte di loro era in "marina", impegnati nella raccolta di "caracoles" (lumache) giu' al fiume, non prestavano troppa attenzione e piu' di una volta devono aver bisbigliato "Che 2 maroni sto Masoni!"... tutto rigorosamente in "Tseltal", la loro lingua indigena, in modo che io non potessi comprendere assolutamente nulla.




Da EZ mi sono mosso poi a PV x fare il resoconto di altri progetti portati avanti in questa comunita'. Qui mi sono fermato solo alcuni giorni ma per mancanza di "carros" di passaggio la mia permanenza si e' prolungata oltre il previsto e ho dovuto aspettare che alcuni degli abitanti si muovessero dal paese per poter proseguire il mio cammino... ho passato le notti qui dormendo sulle panche di una piccola chiesetta. Sono ripartito assieme ad alcuni campesinos alle 3 di notte, quando Hill, uno di loro, mi ha gentilmente svegliato avvisandomi che probabilmente un carro sarebbe passato di li' a poco... cosi' abbiamo cominciato ad incamminarci per una stradina sterrata, illuminata soltanto dalle stelle del primissimo mattino, che percorreva campi di canna da zucchero e mais... dopo 30 minuti il carro e' arrivato e ho definitivamente lasciato le terre di PV.

PALENQUE
Nello spostamento tra una comunita' e l'altra ho fatto una breve sosta a Palenque visitando le bellissime rovine dove e' stata riesumata, tra le altre cose, la tomba del enigmatico re Pakal, il cui coperchio secondo alcuni studiosi, potrebbe rivelare importantissime informazioni sui misteri dei Maya.

Per questo motivo la tomba e' stata spostata in un luogo piu' sicuro, alcune voci indiscrete mormorano che ne' quella presente al museo di Palenque, ne' quella del museo di archeologia di Citta' del Messico, siano le originali. Le incredibili misure di sicurezze adottate x questo preziosissimo resto archeologico fanno presumere che ci sia in ballo qualcosa di veramente grosso!
A Palenque ho ritrovato 2 amiche argentine che avevo conosciuto a SanCris. Era casualmente il giorno del mio compleanno e le ragazze m'hanno regalato uno squisita torta dopo una cenetta sotto la veranda di una "cabaña" a "El Panchan", un complesso di campeggi alle porte delle rovine immerso nell'afosa selva, ritrovo prediletto dei viaggiatori di tutte le Americhe. Qui e' un continuo scambio di informazioni sugli spostamenti di ogni singolo viaggio, tutto a ritmo di jambe', ammirando gli spettacoli improvvisati di giocolieri e mangiafuoco.

LA FRONTERA
Esaurito il mio tempo presso le comunita' ho lasciato il Chiapas affrontando il confine piu' a nord tra Messico e Guatemala: "la frontera de Corozal". Questo e' un confine decisamente poco battuto ma allo stesso tempo piu' veloce per quanto riguarda le faccende burocratiche.
Per arrivarci si lascia alle spalle Palenque fino a raggiungere i limiti della "Reserva Lacandona", quello che rimane della famosa "Selva Lacandona", una foresta, un tempo gigantesca, abitata da indigeni che ancora oggi vestono lunghe tuniche bianche e portano lunghissimi capelli neri aggrovigliati.
Il confine qui a nord e' segnato dal Rio Usumacinta, il piu' grande fiume compreso tra il Venezuela e gli Stati Uniti. Piu' a nord l'affluente San Pedro viene usato dai trafficanti di resti archeologici come pista x muovere i preziosi carichi attraverso la giungla.
Arrivato a Corozal trovo l'ufficio immigrazione chiuso. Assieme a me c'e' un tizio israeliano impaziente di passare il confine (ma dalla parte opposta) x raggiungere Palenque, dove l'ho attende una "festa della Luna".
Ci decidiamo ad andare a scovare l'impiegato statale proprio a casa sua.. e li' lo troviamo, comodamente seduto a tavola a pranzare. Lui si scusa e in pochi minuti si ritorna all'ufficio immigrazione e si risolvono le pratiche e i timbri per poter ufficializzare l'uscita dal paese.
Mi allontano dall'ufficio e mi dirigo al vero confine: il fiume.
Li' una "lancha", una piccola piroga a motore, mi porta verso l'altra sponda mentre saluto definitivamente e con un po' di tristezza il Messico.
Mi trovo in Guatemala, anche se non si nota un vero cambio di atmosfera e anche se la strada in salita verso il paesino non sembra proprio un'entrata a un posto di confine. Potrebbe sembrare di piu' uno scherzo del traghettatore, ormai in mezzo alle correnti del fiume in moto verso il Messico.
Mi trovo a "La Tecnica", il punto abitato piu' vicino a Corozal. Chiedo a un "panzon" di passaggio per un carro o un bus diretto a Flores e questo tarda nel darmi la risposta, percepisco gia' i suoi neuroni, nella trasparenza della sua testa, muoversi turbulosamente x trovare nel modo piu' rapido possibile la maniera di guadagnarci qualcosa dalla risposta... e cosi' scopro che x il resto del giorno non esistono piu' mezzi che partono dal paese e mi ritrovo a dormire a casa sua, una specie di pensione che pero' ha piu' l'aspetto della casa dei suoi.... ad ogni modo ho la mia stanza e la possibilita' di farmi una doccia fresca che possa rimuovere, almeno x qualche decina di minuti, il sudore grondante di questo clima ormai tropicale. Trascorro la serata a chiaccherare con il padre del "panzon" che mi racconta dei tempi di guerra, non troppo lontani, in cui la famiglia ha dovuto lasciare il paese x non rischiare di morire amazzata.

ARCAS
Partito su un bus sgangherato dopo 4-5 ore di viaggio arrivo a Flores, sul lago Peten Itza, al centro del Peten, un'enorme regione del Guatemala settentrionale, che ospita una delle foreste tropicali piu' grandi dell'America Latina e sede della maggior concentrazione di rovine Maya ancora sconosciute.
Mi trovo qui per un secondo volontariato, questa volta si tratta di ARCAS, una ONG che concentra le sue attivita' nella riabilitazione di animali selvatici scappati al bracconaggio.
Il centro di ARCAS si trova vicino a Flores, in una piccola riserva immersa in un bosco tropicale che circonda il lago. Per arrivarci si prende una "lancha" che dopo 20 minuti di traversata giunge in una laguna nascosta e interamente ricoperta da grandi ninfee.
Al centro vengono riabilitati diversi animali, tra cui scimmie, "tigrillos", giaguari, altri mammiferi della giungla, tartarughe di lago, un piccolo caimano e centinaia di uccelli. Per il momento sono stato assegnato alla gabbia dei dispettosi papagalli.
C'e' di che stare attenti, soprattutto ai serpenti notturni, che di notte escono allo scoperto in cerca delle loro prede... qui, poco tempo fa, e' anche stato avvistato il temibile serpente corallo, uno dei piu' velenosi al mondo. Giusto per stare tranquilli, a lato dello stabile dove dormono i volontari, alcune tarantole c'hanno costruito la loro tana e mentre stai al cesso puoi anche avvistare qualche scorpione... ma dicono che non sono pericolosi, la loro puntura e' solo maledettamente dolorosa!
Con me lavorano altri 13 volontari, piu' o meno tutti europei, e collaborano altri 6 o 7 impiegati del CONAP, l'organizzazione ambientale statale guatemalteca.
Non prevedo di rimanere qui molto a lungo, anche se meriterebbe la pena. Al termine si riparte x la visita del Guatemala.

1 commento:

Ste ha detto...

Ciao, potresti darmi qualche dettaglio in più per quel che riguarda la tua esperienza di volontario con ARCAS ? Come li hai contattati?