18 apr 2007

Terra di vulcani.

01/04/2007 - Chichicastenango - 1900 mt

Poco piu' in la' della citta' coloniale di Antigua, verso l'altopiano, esiste un grande lago. Si chiama lago Atitlan.
Quando la placca tettonica di Cocos ha cominiciato a spingere verso est, miliardi di anni fa, sotto le forze di espansione del fondale oceanico del Pacifico, questa ha urtato contro la limitrofa placca caraibica.
Lo scontro tra questi 2 colossi ha fatto si' che il piu' pesante (la zolla di Cocos) sprofondasse sotto il piu' leggero e piu' grande (la zolla caraibica). Nello slittare per chilometri e chilometri verso gli abissti della terra, parte della placca in caduta libera si e' fusa a causa delle altissime temperature del centro del nostro pianeta ed e' risalita lentamente con gran forza e sotto forma di lava verso la superficie.
Qui, in questa terra non troppo lontana dal mare, spruzzando come un gyser di fuoco ha dato vita, nel corso di milioni di anni, a un gran numero di vulcani. La maggior parte di questi si sono spenti ma ogni tanto qualcuno torna a farsi sentire con grandi scosse di terremoto che mettono in ginocchio le popolazioni delle grandi citta'. Antigua e' uno di questi esempi: una citta' ridotta in rovine ancora dopo le disastrose scosse del 1773. Poco lontano da Antigua si trova il vulcano Pacaya, tutt'ora attivo. Piu' a ovest invece i vulcani hanno cessato di farsi sentire, uno di questi, quello che probabilmente era il piu' grande, e' completamente sparito per il collasso della sua caldera e si e' trasformato in un grande lago alimentato da fiumiciattoli e dalle abbondanti piogge. Tutt'attorno splendono ancora verdeggianti, quasi a circondarlo, altri 3 vulcani. Questo e' il lago di Atitlan. Quello che secondo il parere di molti e' il piu' bel lago del mondo.
Al mattino il lago brilla alla luce dell'alba mentre verso mezzogiorno cominciano ad affluire grandi nuvole che si scontrano contro le cime dei vulcani, dove si smorzano e scivolano delicatamente a lato per poi ricongiungersi a cielo aperto. Verso sera il cielo e' completamente coperto e cadono le piogge. Le ceneri accumulate ai piedi di questi vulcani accumulandosi hanno creato uno strato di terra nero e fertilissimo, perfetto per la coltivazione del caffe'. Qui giaciono alcuni paesini dove i loro abitanti trascorrono una vita tranquilla pescando al lago o coltivando il caffe'.
Piu' a nord si trova Chichicastenango, famoso per la chiesa di S.Tomas, dove si celebrano antichi e tradizionali riti, certamente piu' pagani e legati al culto Maya che cattolici. Orde di campesinos qui venerano i loro santi offrendo bigliettoni di dollari, qualche goccia di Rum, petali di rosa e ogni tanto, fuori dalla chiesa, il sangue di qualche sfotunato gallo.
Il sabato giungono da tutto il Guatemala centinaia di persone per montare, gia' dal giorno prima, i capanni che serviranno da bancherelle per il mercato. Grandi camion scaricano grossi cesti pieni di ogni tipo di mercanzia. La gente corre a destra e sinistra e inalza pali e tendoni senza darsi tregua, come un esercito di piccole formiche colorate.. tutto dev'essere pronto per il giorno seguente, il gran momento. La domenica e' giorno di mercato a Chichicastenango, quello che e' a tutti gli effetti e' il piu' grande mercato all'aperto del Centro America. Ogni strada di Chichi (come la chiamano da queste parti) e' invasa da bancarelle gia' dalle prime luci dell'alba... e nella nebbiolina di inizio giornata i campesinos cominciano a fare i loro affari. E·' necessario farsi strada tra la gente, tra stoffe di magnifici colori, tra i banconi della frutta e delle spezie, tra i fumi degli incensi che serpeggiano lentamente tra le scalinate della chiesa di S.Tomas. La piazza non esiste piu', diventa un labirinto di oggetti e banconi. Un evento incredibile che dura fino a sera e che nessuno vuole perdersi... dopodiche' il mercato scompare in poche ore sotto la mano di instancabili campesinos che cercano di svendere tutto e a qualsiasi prezzo piuttosto di riportarsi tutto a casa.
Incredibile Chichi!
Esserci stato e' stato un'onore.
Vi saluto dalla terra dei vulcani.

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