14 giu 2007

Arrivano le piogge!















10/06/2007 - Puerto Jimenez (Costa Rica) - 12 mt

Forte o lieve, improvvisa e con grandi acquazzoni o leggera ma costante, a raffiche battenti o sotto forma di nebbiolina... ad ogni modo e' giunta la stagione delle piogge!
Tutto ora e' piu' difficile, i torrenti si trasformano in fiumi in piena, le strade vengono invase dalle acque e i mezzi sprofondano nei fanghi e nei pantani ritardando l'arrivo a qualsiasi meta...
tardando nel scendere prima o poi dovevo pur beccarmela!

Ma andiamo con ordine.
Ero rimasto all'isola del Cocco, a quell'incanto di isola sperduta nel Pacifico.
Lo so.. era un po' che non scrivevo... ma il fatto e' che sono stato "nominato", e cosi' mi hanno abbandonato nella sperduta baia di Chatam, dall'altra parte dell'isola, in una casetta di legno a pochi metri dalla spiaggia.
Mi hanno relegato laggiu' aspettando che qualcuno prendesse il mio posto, e nel frattempo mi e' cresciuta la barba trasformandomi un po' in CastAway.
Alla baia mi e' stato assegnato un compagno, il guardiaparchi Howlet, il quale mi ha subito spiegato che a Chatam vige una regola severa: "En Chatam el dia se hizo para descansar y la noche para dormir!" (... il giorno e' stato fatto per riposare e la notte per dormire).
In pratica una vacanza nella vacanza. Ti alzi a che ora vuoi, ti fai da mangiare, dai una spazzata alle foglie cadute la notte precedente e gia' hai esaurito le mansioni diarie.
Qualche volta, sdraiato sull'amaca appesa a dua palme, alzi il binocolo per dare un'occhiata alla costa, giusto per vedere se qualche barca e' arrivato nelle 2 ultime ore.
Certe volte scende alla spiaggia il propietario di un catamarano per sgranchirsi un po' le gambe e per scambiare 4 chiacchere. Ti racconta delle sue attraversate in barca a vela attorno al globo, della sua prossima meta: le isole Galapagos e poi da li' verso gli arcipelaghi asiatici... una cervecita in compagnia e poi ritorna alla sua casa galleggiante.
Nel mentre Howlet trascorre il tempo spaparanzato sulla sedia a cantare a scuarciagola e a chiedermi (4 ore prima) cosa c'e' di buono per cena.
Sembra il paradiso vero?
Dopo i primi giorni mi sono rotto un po' i coglioni!
Scaduta la mia prova in Chatam era gia' tempo di ritornare verso il continente, questa volta scroccando il passaggio allo yacht OKEANOS.
Ho cosi' salutato tutti, augurandomi un giorno di rivederli, magari sempre li' nell'isola, e sono ripartito in marcia.
Orora mi trovo nella Peninsula de Osa, quel pezzo di terra verdeggiante che si trova a sud del Costa Rica, di ritorno da una vera avventura.
Qui si trova il famoso Parque Nacional del Corcovado... CORCOVADO ... solo a nominarlo si illuminano gli occhi a tutti gli amanti della natura. Certamente la piu' bella riserva tropicale del Centro America e uno dei piu' famosi parchi naturali al mondo per la sua grande concentrazione di flora e fauna.
Devo essere sincero, da queste parti ci sarei passato sicuramente, ma devo ringraziare David per i suoi preziosi consigli.
Grazie ai suoi racconti questo luogo suggestivo mi ha sempre creato grandi aspettative, fino a farmi sognare nelle notti pordenonesi di trovarmi gia' con la mia piccola tenda in mezzo alla foresta dei tropici... e dopo tanto tempo cosi' finalmente e' stato!
Ma devo dire che l'avventura ha superato le aspettative.
Come gia' preannunciato e' arrivata la stagione delle piogge e attraversare una foresta cosi' grande non e' semplice.
Sono arrivato a Puerto Jimenez con la testa bassa... dopo una giornata intera nel bus attraversando una vallata di palme e di banani si e' messo nuovamente a piovere, o meglio, a diluviare.
Il bus mi ha lasciato a una "gasolinera" e da li' o chiesto un passaggio a un furgone assieme ad altri locali. Ci siamo fermati a prendere un caffe' a un capanno per la strada e poi abbiamo atteso un nuovo bus che ci ha portato a destinazione.
A puerto Jimenez sento dire che non e' possibile attraversare il parco perche' il fiume e' troppo alto... mentre il mio umore e' sempre piu' basso.
Ad ogni modo cerco una "cabina" dove passare la notte e il giorno seguente mi muovo per raggiungere La Leona, la prima stazione ranger del parco.
Il parco e' qualcosa di incredibile: una foresta che dalle montagne scende gradualmente verso il mare, racchiudendo un mondo di ecosistemi e di habitat per le piu' svariate specie animali e vegetali.
Per attraversare tutto il parco sarebbe necessaria una settimana.
Solo per percorrere le sue infinite spiagge occorrono giornate intere... poi le cose si complicano un po' per addentrarsi nella giungla, scalare le montagne e attraversare i torrenti.
La Sirena, la seconda stazione ranger si trova nella foresta, poco distante dalla spiaggia, lungo una pista d'atterraggio per bimotori che servono a trasportare i rifornimenti per i guardiaparchi.
Finalmente arrivano buone notizie: 10 giorni fa ha piovuto molto, tanto che il fiume in piena quasi si portava via un uomo a cavallo e cosi' avevano impedito il cammino fino a Los Patos, al limite del parco... ma questa settimana le piogge sono state meno intense sulla montagna e cosi' si puo' ritornare a passare. Spetta a me la decisione di proseguire o tornare indietro.
Mi compare un sorrisone sulla bocca e il temporale notturno non mi molesta piu', anzi... non sapete quanto sia bello dormire dentro una tenda mentre la' fuori cadono enormi gocce che rimbalzano sulle foglie di questi giganti vegetali centenari.
Ogni tanto in lontananza si sente pure qualche vecchio albero cadere con un lento tonfo che fracassa tutto quello che gli sta attorno.
Il giorno dopo avanti in marcia, ma non vi dico la fatica... stremato sotto la pioggia incessante, inseguito da nuvole di zanzare, costretto ad arrampicarmi su' per pareti di fango scivoloso, in mezzo a pantano e melma e cercando il punto adatto per attraversare i fiumi... in piu' di un momento credevo di non farcela, immobile sotto la pioggia scrosciante completamente fradicio di sudore chiedendomi ...PCHE'? PCHE'?
Ma alla fine, quando quasi stavo per mollare, compare un radura e come per magia mi trovo a Los Patos.
La pioggia non molla e in quei pochi attimi che cessa si odono le scimmie urlatrici che emmettono quel terrificante grido che assomiglia piu' al ruggito di un giaguaro che al richiamo di un primate.
Almeno per la notte sono al sicuro, ma il giorno seguente mi aspetta la prova piu' difficile: un percorso che per uscire dal parco attraversa 25 volte il fiume. Nel caso le piogge delle notti precedenti l'avessero alimentato troppo avrei dovuto fare una inversione a U e ripercorrere nuovamente tutta la foresta e la spiaggia per uscire da la'.
Fortunanatamente il punto piu' alto dell'acqua mi arrivava all'ombelico e cosi' sono riuscito a lasciarmi alle spalle la giungla e far ritorno al villaggio dove ho divorato la cena come un animale... che pessima figura!
Tutto bene quel che finisce bene ne'!
Il Corcovado ha pienamente ripagato le mie aspettative... magari continuero' a sognarmelo nelle notti latino-americane.
Intanto la pioggia continua a cadere.

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